La trappola del dover fare

Oggi ti racconterò la storia di una cliente

Una cliente che mi ha chiesto di supportarla nel facilitarle la scelta tra due progetti imprenditoriali perché indecisa da troppo tempo sul da farsi.

Così almeno scriveva nella sua mail in cui richiedeva la mia consulenza.

Scopri come è andata a finire e se anche tu un po’ te la racconti…

Maura non lavora da circa tre d’anni

Ma fino ad allora, tutto il peso economico del suo sistema famiglia era sulle sue spalle.
Marito licenziato, un figlio alle scuole elementari, e lei che si prodigava nell’impresa di famiglia.

Tuttavia, nonostante qualche affanno e un po’ di rinunce, tutto era in equilibrio. Maura racconta di essere stata in quel periodo molto felice e soprattutto appagata da quella responsabilità che riusciva in ogni caso a sopportare e gestire. E, come se non bastasse, dopo la giornata passata in azienda, tornava a casa piena di energie e riusciva a svolgere tutte le faccende domestiche del caso.

Dopo alcuni anni i destini di Maura e di suo marito si invertono.

Lui riprende a lavorare mentre l’impresa dei genitori di Maura è costretta alla chiusura.

Maura adesso è a casa, ma ha molti talenti e numerose idee di business che potrebbero concretizzarsi se solo lei riuscisse a trovare il tempo per lavorarci su.

Si, perché Maura in consulenza mi racconta di non avere tempo, di essere indecisa tra i suoi vari progetti, e di perdere spesso la motivazione ad agire.

Ma è davvero un problema di tempo? Di indecisione? Di motivazione?

Con una serie di domande e di ristrutturazioni su quanto Maura racconta riusciamo ad arrivare al dunque:

Maura passa le giornate a prendersi cura in maniera quasi maniacale della sua casa, di suo marito e di suo figlio e quando la sera prova a lavorare finalmente alle sue idee è talmente stanca da non riuscire a combinare praticamente nulla.

Continua a procrastinare, a saltare da un’idea all’altra senza mai andare al sodo, fino a chiedersi se è davvero quello che desidera fare a livello professionale.

Per quanto a un certo punto fosse chiara la situazione, ci sono volute ancora delle altre “incursioni” da parte mia affinché anche a Maura la situazione apparisse più nitida.

Il non “guadagnare soldi” produce in lei un senso di inutilità che prova a combattere con quell’attenzione quasi maniacale nei confronti di suo marito, del figlio e della casa.

Nel corso della giornata il pensiero di voler tornare a lavorare è logorante, ma non basta a farla sedere davanti al pc e a impegnarsi suii suoi progetti.

Tuttavia, se il cruccio di Maura è non produrre reddito, appare evidente che continuare in questa direzione non fa altro che allontanare la possibilità di guadagnare attraverso una libera professione visto che il tempo dedicato ai suoi progetti imprenditoriali è poco e di pessima qualità.

Maura accede finalmente a una nuova visione della cosa.
Ma soprattutto la “sente”.

Non resta che ribaltare le priorità nel corso della giornata.

Se prima il motto era il classico “prima il dovere e poi il piacere”, ora il tutto deve essere rovesciato a favore di un “prima il piacere e poi il dovere” che non è altro ciò che già avveniva quando Maura lavorava (appagamento e senso di utilità), e poi tornava a casa e si prendeva cura della sua famiglia (amore e senso del dovere). 

Ovviamente ho dovuto mettere in guardia Maura dalle resistenza che fin dalla mattina dopo avrebbe incontrato.

Per questo abbiamo scelto di partire “leggeri” con dei momenti di lavoro super focalizzato nella prima parte della giornata, fin dalle primissime ore, per poter concedere alla sua mente da subito quell’appagamento di aver finalmente lavorato a ciò che Maura desiderava.

Ecco che quel racconto di Maura è stato totalmente rovesciato e riportato in uno stato di funzionalità verso il suo benessere e quello del sistema famiglia in cui agisce. 

Ora Maura ha ripreso in mano i suoi business plan e tutta la prima parte delle sue giornate è focalizzata ai progetti imprenditoriali che desidera portare avanti. Una volta raggiunti gli obiettivi giornalieri potrà occuparsi del menage familiare.

Ho scelto di condividere con te questo aneddoto tratto appunto da una consulenza di mentoring con una cliente perché una richiesta partita con la domanda “aiutami a chiarirmi le idee su quale business portare avanti”, si è completamente ristrutturata nell’arco dei primi 35 minuti di colloquio.

Moltissime volte cadiamo nella trappola del “dover fare” tante cose nell’arco della giornata per poter colmare un “vuoto” che arriva da qualcosa che non riusciamo a vedere o che non vogliamo vedere.

Non è che per caso anche tu ti stai raccontando una storia, mentre potrebbe esserci un’altra verità dietro il tuo “rimandare” le cose che senti di voler fare?

Angelo Ricci

“Ho visto sogni che voi umani potreste realizzare”.

Posted on 18 Novembre 2019 in Blog

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